GLI ORGANI DI LEONARDO
Leonardo da Vinci si dedicò anche al re degli strumenti
L'ORGANO DI FUOCO
L'aria all'interno di una canna d'organo può vibrare ed emettere suoni non solo con aria compressa, ma anche grazie all'energia del fuoco...
Un certo Dottor Byron Higgins, nel 1777, scoprì che una fiamma di idrogeno, posizionata all'interno di un tubo di vetro, poteva produrre una nota, e combinò questa scoperta con la sua attività di musicista, per costruire un "Organo di fuoco ”.
Lo strumento, probabilmente poco convincente, non fu praticamente mai utilizzato.
Nel 1873 il musicista e scienziato di Strasburgo Fréderic Kastner, riprendendo il progetto di Higgins, brevettò il "pirofono".
Il principio si basa su un particolare fenomeno fisico: se una fiamma di idrogeno gassoso viene introdotta all'interno di un tubo di vetro o di un altro materiale, e se viene posizionata in certo modo, si forma attorno a questa fiamma un'atmosfera di idrogeno gassoso che, unendosi con l'ossigeno nell'aria del tubo, brucia in piccole porzioni, ciascuna composta da due parti di idrogeno e una di ossigeno. La combustione di questa miscela di gas produce una serie di lievi esplosioni o detonazioni.
Se una tale miscela gassosa, esplodendo in piccole porzioni alla volta, viene introdotta in un punto a circa un terzo della lunghezza del tubo dal fondo, e se il numero di queste detonazioni si rapporta in qualche maniera alla frequenza di risonanza del tubo stesso, sono soddisfatte tutte le condizioni acustiche necessarie per produrre un tono musicale. (adattato da it.qiq.wiki)
Questo suono può essere interrotto, in primo luogo, aumentando o riducendo l'altezza della fiamma, e conseguentemente aumentando o diminuendo la sua superficie di avvolgimento, in modo che il numero di detonazioni non corrisponda più al numero di vibrazioni necessarie per produrre un suono musicale nel tubo, oppure, in secondo luogo, ponendo la fiamma nel tubo ad un'altezza diversa in modo da impedire la vibrazione dello strato avvolgente.
In questo filmato, quest’ultima situazione si verifica facendo scendere un tubo di vetro su una fiamma, inizialmente aperta.
Ad un certo punto, quando la fiamma si trova a circa un terzo della lunghezza del tubo, si vede chiaramente la formazione dello strato che produce la vibrazione, e si sente chiaramente l’emissione del suono.
Il tubo viene successivamente sfilato ed il suono si interrompe.
In questo filmato invece, tale situazione si verifica aumentando o diminuendo l’afflusso del gas.
Il nome "Organo di fuoco” di Higgins, forse, si adatta meglio al dispositivo rispetto a “pirofono” di Kastner, poiché in effetti funzionava in modo simile ad un organo a canne, ossia provocando la vibrazione della colonna d’aria all’interno di una canna.
Le dimensioni e la forma delle canne dello strumento di Kastner, secondo la lunghezza, riproducevano note di diversa altezza, ed era munito di una normale tastiera che apriva più o meno le valvole di afflusso del gas.
L'unica vera differenza rispetto ad un organo a canne è che le note del “pirofono” vengono prodotte non dalla pressione dell'aria, ma attraverso l’effetto della combustione scoperto per la prima volta da Higgins.
Naturalmente altra differenza è il timbro del suono, forse poco assimilabile al suono di un qualsiasi registro del re degli strumenti.
Purtroppo, il pirofono e i suoi cugini Electrical Singing Lustre e Electrical Singing Candelabra non hanno infiammato il mondo musicale.
Sia Hector Berliòz che Cesar Franck hanno fatto visita al laboratorio di Kastner per provare il pirofono, e Charles Gounod ha pensato di utilizzarlo nella produzione della sua Jeanne d'Arc, ma in generale la reazione del pubblico allo strumento è stata alquanto deludente.
Il compositore Theodore Lack scrisse diversi pezzi per questo strumento, incluso un arrangiamento di “God Save the Queen” che fu poi eseguito pubblicamente. Wendelin Weißheimer compose Five Sacred Sonnets for Voice, Flute, Oboe, Clarinet, Pyrophone and Piano nel 1880.
Il compositore tedesco Wendelin Weißheimer suona il Pirofono.
Kastner ha scritto un libro sul suo strumento e anche il Times si è interessata al pirofono, ma il successo dello strumento è stato molto limitato nel tempo.
Lo strumento era presente all’Esposizione di Vienna del 1873 all’Esposizione di Parigi del 1878.
Sebbene Kastner non fosse un fisico illustre, aveva una madre ricca e influente che, si è detto, lo incoraggiò nello sviluppo del pirofono affinché il figlio avesse una occupazione.
Tra i conoscenti della madre c'era Henry Dunant , l'attivista sociale svizzero che aveva fondato la Croce Rossa, ispiratore della Convenzione di Ginevra, e che sarebbe poi diventato il destinatario del primo Premio Nobel per la pace.
In un periodo di indigenza, a metà degli anni 70, Dunant accettò una commissione di 50.000 franchi dalla madre di Kastner per portare il pirofono all'estero e usare la sua notorietà, le sue abilità persuasive e le sue conoscenze sociali per promuovere lo strumento.
Dunant riuscì ad ottenere la possibilità di dimostrare il pirofono alla Royal Society of Arts il 17 febbraio del 1875, dove suonò il brano di Theodore Lack, “God Save The Queen”, dopo un discorso introduttivo piuttosto persuasivo.
“Si può davvero dire che il suono del pirofono somigli al suono della voce umana… come un sussurro umano e appassionato, come un'eco della vibrazione interiore dell'anima, qualcosa di misterioso e indefinibile. Possiede un'ombra di malinconia, caratteristica di tutte le armonie naturali”.
Anche con l'aiuto di Dunant, il pirofono non ebbe un grande successo e il tour promozionale fallì.
Lo strumento, presto, cominciò a funzionare male e così Dunant lo donò al South Kensington Museum, l’antesignano dell’attuale Science Museum di Londra.
Dunant passò ad altri progetti e Kastner morì in povertà nel 1882.
Da allora il pirofono è stato comunque esibito e suonato occasionalmente.
Negli ultimi anni lo strumento originale è rimasto esposto nel Museo della Scienza di Londra.
Sono stati fatti tentativi occasionali di ricreare o ridisegnare il pirofono, ma nessuno di essi corrisponde all'eleganza della follia di Kastner del XIX secolo.
Oggi, la spettacolarità di un simile strumento viene sfruttata da alcuni complessi rock i loro concerti, inoltre ne sono stati costruiti alcuni in diverse occasioni sempre e solo per creare spettacolo e generare meraviglia.
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