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UN ORGANO ALLA CORTE DI KUBLAI KHAN


Alla corte cinese della dinastia Yuan, fondata nel 1271 da Kublai Khan, venne presentato, uno strumento a canne di bambù con tastiera, lo “xinlong sheng”, e che era del tutto simile ad un organo a canne europeo di quell’epoca.



Alla corte cinese della dinastia Yuan, fondata nel 1271 da Kublai Khan, venne presentato uno strumento a canne di bambù con tastiera, lo “xinlong sheng”, e che  era del tutto simile ad un organo a canne europeo di quell’epoca.

Anzi, secondo la tesi di laurea di un certo Zheng Jinshou, discussa nel 2003 presso l’università di Brema, l’origine europea dello strumento sembra del tutto sicura.

Questo strumento era in uso precedentemente presso gli Huihui, una popolazione di estradizione araba e musulmana, che si stabilì in Asia intorno al XIII secolo, almeno per quanto descritto nello Yuán Shǐ, letteralmente “Storia degli Yuan”, testo storico pubblicato in Cina intorno al 1370.

La presenza di questa etnia in Cina aveva una ragione principalmente commerciale, non dimentichiamo che siamo sulla “via della seta”, per cui è probabile che questa gente ebbe precedentemente contatti con gli europei anche di tipo culturale.

Probabilmente erano a conoscenza dell'organo europeo, che a quell'epoca, come già descritto in altri nostri articoli, non aveva una vera e propria tastiera, ma tiranti che aprivano e chiudevano le valvole azionate tirandole a mano, ed ad esso si ispirarono.

Nella tesi di Zheng Jinshou, viene riportata la descrizione dello strumento presente nella letteratura cinese:

“La forma esterna dello xinlong sheng si ispira ai paraventi usati in Cina.

Tuttavia, per realizzarlo si usa il legno di nanmu, (un legno particolarmente pregiato in cina).

Al centro c'è un mobile, che era simile alla base dello sheng (organo a bocca). Sopra di esso c’erano novanta canne di bambù nero.

Su un lato del mobile ci sono quindici piccoli blocchi di legno da cui fuoriescono dei piccoli tubi, la cui estremità era decorata a forma di  una foglia di albicocca.

Sotto il mobile ci sono altre due aperture … nelle quali sono applicati due mantici.

Mentre si suonava, un uomo azionava  i mantici e l'altro spingeva i tubicini che aprivano le valvole delle canne, permettendo alle ance di produrre i suoni.”

lo Sheng, nominato nella sescrizione,  è uno organo a bocca ancora oggi largamente usato in Cina.

Lo strumento, visto che spingendo ogni singola leva apriva sei valvole, una per ogni fila di canne, per cui tutte e sei suonavano contemporaneamente, era simile ai nostri blockwerk medievali.

Un esempio di un organo simile costruito in Europa si trova presso l’ Orgelbaumuseum Schloss Hanstein” ad Ostheim sul  Rodano, in Germania. L’organo è stato ricostruito da Jürgen-Peter Schindler nella prima metà del secolo scorso, presenta 3 file di canne e otto tiranti corrispondenti ad una ottava diatonica, per cui, come vedremo, molto più piccolo dello xinlong sheng.

 

Ma diverse sono le immagini dell'epoca che mostrano blockwerk anche più grandi, ma mai come lo xinlong sheng, che, come riportato nella tesi, aveva ben 90 canne su 6 file da 15 canne ciascuna.

Altre testimonianze fanno luce sulle difficoltà incontrate per l’adozione dello xinlong sheng, che, come riferito,  fu costruito durante il regno dell'imperatore Zhongtong della dinastia Yuan da parte di un inviato dello stato degli Huihui.

In pratica, dato che la sua accordatura non corrispondeva al sistema tonale cinese, non poteva essere suonato alla corte imperiale.

In seguito, il musicista di corte Zheng Xiu, costruì un nuovo strumento secondo l'accordatura cinese, che si differenzia dal modello precedente soprattutto per la presenza di due pavoni di legno ai lati della cassa.

Questi pavoni erano articolati e potevano essere azionati da una terza persona in movimenti simili ad una danza.

Dunque per far funzionare lo strumento erano necessari tre musicisti: uno agiva sui mantici, uno azionava la tastiera e il terzo azionava il macchinario.

Durante l'epoca Yan You, che va dal 1314 al 1320, furono costruiti altri dieci esemplari e presero il definitivo nome diantin sheng.

La effimera esistenza di questo strumento è descritto anche in diversi testi storici di quell’epoca, come il Nancun chuogenglu, letteralmente “il ritiro in campagna”, scritto da Tao Zongyi a cavallo tra il ‘200 e il ‘300, e il “xinlong sheng songbingxu”, scritto da Wang Yi, vissuto tra il 1322 e 1373, nel primo ‘300.

Anche se manca di una descrizione sistematica di questo strumento, nelle varie letterature si evince l'intenso studio di questo strumento poco conosciuto.

Questi testi sono comunque la prima testimonianza storica della diffusione di uno strumento occidentale in Cina, sebbene sia arrivato nel Regno di Mezzo attraverso l'Asia centrale.

Grazie al suo “esotismo”, assunse rapidamente una posizione di rilievo nella vita musicale di corte.

Tuttavia, questa importanza rimase effimera, e anche nella musica popolare (comprensibilmente) non trovò spazio.

Solo sei secoli dopo, nel XIX secolo, l'organo divenne popolare: con gli sforzi dei missionari gesuiti, l'organo riacquistò un suo ruolo nella vita musicale cinese.

 



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